Scrivo queste righe sul treno di ritorno da Pescara con un'emozione fortissima ed una convinzione ancora più radicata: l'Italia può farcela !
L'Italia può farcela ! perchè, nel suo DNA, ha ancora le competenze e le professionalità all'altezza dell'ingrato compito: risollevare il Paese dalla catastrofe in cui sta precipitando.
Il mio GRAZIE anzitutto va al direttore del dipartimento di Economia, il prof. Rea, che ha permesso l'organizzazione del convegno multidisciplinare, dimostrando (se mai ce ne fosse ancora bisogno) quel corretto approccio metodologico nell'analisi di fenomenologie che incidono su quelle due scienze (diritto ed economia) che, come ricorda Luciano Barra Caracciolo, hanno il dovere di dialogare nell'integrazione reciproca di conoscenze che favoriscano la piena comprensione degli effetti alteranti creati dall'euro.
L'Università di Pescara (alludo alla facoltà di Economia) è una splendida realtà, all'avanguardia nella formazione intellettuale, è capace di offrire ai suoi studenti quegli strumenti di analisi e comprensione critica che dovrebbero connotare la preparazione di molti altri atenei, troppo spesso miseramente ridotti a centri d'addestramento di criceti o - se preferite - palestre d'acefali amorfi.
Sono dunque contento perchè quei ragazzi sono in buone mani.
Detto questo, il parterre de roi di ieri era d'assoluto prestigio, un'occasione per me troppo ghiotta per non seguirli dal vivo e testimoniargli di persona il mio sincero GRAZIE per il loro quotidiano ed infaticabile lavoro di studio, ricerca e divulgazione.
Gennaro Varone, Cesare Pozzi, Luciano Barra Caracciolo, Paolo Cardenà con un grandissimo Antonio Maria Rinaldi nel ruolo attivo di play-maker hanno formato uno splendido quintetto base, una squadra di basket vincente che - in quattro ore di conferenza - ha letteralmente messo l'Euro con le spalle al muro: la sua incompatibilità giuridica ed economica, l'insostenibilità di un progetto monetario che in nome di quella "libera concorrenza" sfrenata, maschera il feroce volto della cancellazione totale del diritto al lavoro e dei diritti fondamentali consacrati nelle Costituzioni sovrane europee, tramutandoli in tozzi di pane o "briciole miserabili" che cadono dal tavolo imbandito delle elite finanziarie oggi dominanti.
Fare qui una sintesi compiuta di tutti gli interventi sarebbe davvero un azzardo, oltre che presuntuoso da parte mia: le relazioni hanno preso spunto da argomenti che molti di loro (alludo segnatamente a Barra-Caracciolo, Rinaldi e Cardenà e Varone) hanno già analizzato e approfondito nei rispettivi blog o profili FB, che vi consiglio di seguire perchè testimoni d'analisi accurate e fonte di riflessioni sempre stimolanti.
Desidero rivolgere un particolare ed affettuoso GRAZIE a Paolo Cardenà e Antonio Maria Rinaldi che, nell'aula dedicata a "Federico Caffè" straordinariamente gremita da giovani, hanno ricostruito, attraverso una dettagliata successione di grafici, la truffa dell' €, il nostro declino e la mistificazione perpetrata negli anni a danno di una collettività che soffre (ancora ingenuamente ?) la suggestione di quel più Europa, che oggi significa solo distruzione delle democrazie costituzionali.
Chiudo queste mie righe con un commento speciale per una persona per me davvero speciale: il dottor Luciano Barra-Caracciolo.
Sarà per "forma mentis", ma di questo Uomo non posso che ammirare la statura intellettuale, una preparazione culturale e multidisciplinare, rigorosa e assolutamente fuori dal comune, autore di un testo che dovrebbe formare base di studio e/o di seminari, attività didattiche universitarie.
E' una persona davvero rara di questi tempi, che mortificano le professionalità di chi vale e sarebbe davvero una risorsa per il riscatto di questo sgangherato Paese, impegnato com'è ad impedire la valorizzazione dei suoi figli migliori e a preferire, invece, l'inseguimento delle sue miserie quotidiane o, ancor peggio, le vicende di una classe politica (tutta ormai, nessuna esclusa) del tutto sconnessa dalla realtà e incapace di coglierne le urgenze.
Ecco ... forse è questa è la mia unica nota desolante: l'impossibilità di mettere a frutto il valore di questi uomini nell'interesse del Paese.
Sto per pubblicare queste note oggi, giorno di primavera e di eclissi di sole... sono certo caro Luciano che il buio di questi tempi sarà presto un pallido ricordo: la dedica che ieri t'ho fatto scrivere in verde non era certo quella d'un infiltrato delle camicie verdi ( :) ), ma soltanto di chi, come te, condivide la speranza di un risveglio culturale di questo Paese che avverrà, ne sono certo.
L'Italia può farcela !
P.S. Ieri era mio intendimento partecipare a Padova alla presentazione del libro di Alberto Bagnai. Purtroppo, ancora una volta (la quarta cazzo !!), il diavolo s'è messo di mezzo perchè la freccia bianca (spuntata) delle nostre Ferrovie, già partita da Pescara con 10 minuti di ritardo, ha deciso di "regalare" a me e agli altri passeggeri una ulteriore sosta di 10 minuti nella ridente località termale di Abano Terme. La causa ? non certo per un soggiorno/vacanza, ma per una coincidenza con un'altra Freccia (stavolta rossa) che evidentemente aveva priorità, quel tanto che m'ha impedito di raggiungere l'incontro in orario degno.
Ma l'appuntamento è solo rimandato ;)
La nostra rinascita non è possibile senza la riconquista della nostra sovranità
venerdì 20 marzo 2015
mercoledì 18 marzo 2015
Lettera a Povia Insieme in Guerra a Mani Nude
Una oligarchia finanziaria internazionale ha letteralmente infettato gli ambienti politici, istituzionali e intellettuali per realizzare lo smantellamento delle democrazie costituzionali.
A noi cittadini resta solo il diritto di ribellione che abbiamo inteso esprimere coagulandoci attorno alla proposta d'uscita dall'eurozona - formulata dall'Amico Fabio Castellucci che mi ha chiesto di rappresentarti una testimonianza della nostra azione.
In questo momento ti sto scrivendo da Pescara, dopo un interminabile viaggio di 8 ore di treno perché domani qui si svolgerà un convegno sulla incompatibilità dei trattati europei con la nostra Costituzione.
Da parte mia e di tanti altri c'è la feroce determinazione ad uscire dall'euro perché ne va di mezzo il futuro di noi tutti. I vertici del movimento 5 stelle - tradendo il valore fondativo della democrazia partecipativa - hanno precluso ogni dibattito interno, lasciandoci totalmente SOLI in questa battaglia di civiltà e - ancora più grave - decidendo scientemente di disertare il convegno, svoltosi in Parlamento, davanti ai nostri portavoci con i più autorevoli esponenti del mondo accademico e professionale sulle indifferibili ragioni del no euro.
Non mi pare ora il caso di discettare qui su quale ricetta economica sia la più salvifica perché, come direbbe il mio Amico Antonio Maria Rinaldi, "la casa brucia"...
Occorre stringerci tutti insieme perché la nostra sovranità di cittadini ci è stata rubata... È una guerra a mani nude quella che stiamo combattendo e il potere non attende altro: una rivolta violenta per giustificare l'uso della forza per la perpetuazione dello status quo.
Io voglio rovesciare questa situazione, ma da solo non posso nulla... Sono uno come tanti ... un piccolo fiocco di neve, ma assieme a tanti altri possiamo fare una valanga e travolgere il sistema.
Tutto dipenderà dal contributo che ciascuno di noi potrà e saprà dare... Mai per nessun motivo nessuno si senta escluso.
Se hai bisogno dei miei recapiti mi trovi in rete: sono Alessandro Santucci, blogger di eurocrazia.blogspot.com e sappi che quel +1 che trovi sul tuo video-clip come xx è mio.
Ora vado a dormire.. Domani mi aspetta una mattinata intensa per raccogliere le testimonianze di uomini valorosi come Rinaldi, Barra Caracciolo, Varone, Pozzi e Cardenà per divulgare la truffa dell'€ a cui dobbiamo sottrarci in nome della nostra libertà e democrazia.
Grazie ancora per la pazienza che avrai nel leggere queste mie note che ho scritto di getto, con il cuore di chi - pur non conoscendoti di persona - ti sente AMICO e vicino in questa battaglia.
venerdì 13 marzo 2015
Note a margine del Convegno su Emergenza Lavoro
Sono particolarmente
lieto dell'incontro che ieri il circolo culturale Quintino Sella ha
organizzato sul tema dell'Emergenza Lavoro.
Dopo oltre 25 anni
ho ritrovato un caro amico, Lanfranco Sette, con cui ho condiviso il
percorso universitario nell'ateneo triestino e - soprattutto - ho riabbracciato l'Amico
Antonio Maria Rinaldi.
Lo confesso: è un
uomo carismatico.
Quando lo ascolto in
conferenza ne apprezzo le formidabili doti di divulgazione: la sua
competenza si coniuga con la passione di chi ama davvero questo Paese
e sa arrivare al cuore di chi lo ascolta, riaccendendo quell'impegno che deve animarci tutti per la riconquista del futuro che da
tempo ci è stato rubato.
L'Euro è uno
strumento che sta sottraendo il lavoro anche qui, nel cuore del Nord
Est, sul territorio del Friuli.
I dati sulla
disoccupazione e la chiusura delle tante aziende locali, ricordati
anche dai rappresentanti delle istituzioni, sono
indissolubilmente legati a quella feroce competitività al ribasso
che i trattati europei hanno imposto anche sul nostro territorio, non
risparmiando nessuno in questa guerra che sta seminando disperazione
e suicidi.
Chiedo venia
Antonio se ieri mi sono permesso d'interromperti in punto di art. 11
della Costituzione, con quella precisazione che ritengo fondamentale nella
comprensione dell'incompatibilità dei trattati con la Costituzione.
A queste mie parole, non posso però sottacere anche un appunto critico che mi sento di dovere
rappresentarti in nome di quell'Amicizia (come vedi lo scrivo con la
lettera maiuscola :) ) che mi lega a te e ai valori che condividiamo.
Lo scrivo da socio
di Riscossa al mio Presidente: non condivido la tua apertura sul
“reddito di cittadinanza”, sia pure nella temporaneità ed
eccezionalità, che hai inteso ribadire nel parere che ieri ti è
stato sollecitato.
Il reddito di cittadinanza, oggi sostenuto dai 5 stelle, implica la rinuncia a
perseguire programmaticamente quegli strumenti di sostegno diretto e
indiretto del lavoro, che la Costituzione pone come valore fondante
della nostra nazione.
Significa accettare
supinamente l'idea della sconfitta di uno Stato, l'accettazione della sua incapacità a voler affrontare e risolvere il problema della disoccupazione quale principale emergenza
sociale.
E' l'abdicazione a quegli strumenti costituzionali che servono invece a prevenirla.
E' l'abdicazione a quegli strumenti costituzionali che servono invece a prevenirla.
Introdurre il
reddito di cittadinanza in un'ottica temporeggiatrice è una
soluzione non correttiva del "ciclo" economico da parte
delle politiche fiscali e mira all'abituarsi della società a livelli
di reddito che mortificano, ancora una volta, i princìpi ripetutamente calpestati della nostra Costituzione.
Da parte mia non c'è
alcuna alcuna concessione su quel tema: si esce dall'euro e si
applica la Costituzione senza SE e senza MA, perseguendone nella sua
interezza tutti quei valori che Lelio Basso e Piero Calamandrei ci
hanno lasciato in eredità.
Ti saluto con la
stima e l'affetto che sai e un arrivederci in quel di Pescara :)
mercoledì 4 marzo 2015
Previsioni sulle Aspettative di Vita
Cari Amici e Pazienti Lettori di questo blog,
In questi giorni è stato attivato un questionario statistico sulla previsione delle aspettative di vita delle persone.
Vi sarei grato se poteste partecipare e diffonderlo nella cerchia dei vostri amici e persone a voi cari, per ampliare la partecipazione al fine di poter giungere ad un risultato statistico più credibile che sarà poi diffuso con la massima trasparenza.
I dati saranno rielaborati con criteri matematici per garantire maggiore affidabilità.
Grazie a tutti e all'Amico Joe ! :)
In questi giorni è stato attivato un questionario statistico sulla previsione delle aspettative di vita delle persone.
Vi sarei grato se poteste partecipare e diffonderlo nella cerchia dei vostri amici e persone a voi cari, per ampliare la partecipazione al fine di poter giungere ad un risultato statistico più credibile che sarà poi diffuso con la massima trasparenza.
I dati saranno rielaborati con criteri matematici per garantire maggiore affidabilità.
Grazie a tutti e all'Amico Joe ! :)
martedì 3 marzo 2015
Menzogne e Illusioni di una Crescita
Serpeggia, con mia sorpresa, un ingiustificato ottimismo sulla pretesa crescita (?) dell'economia italiana: il + 0,1%. L'ISTAT, nel comunicato n. 2/15, ha precisato che "La variazione congiunturale reale del PIL prevista è pari a + 0,1% con un intervallo di confidenza compreso tra -0,1% e + 0,3%".
Lo stesso Istituto conclude che "Tale risultato è la sintesi del contributo ancora negativo della domanda interna (al loro delle scorte) e dell'apporto favorevole della domanda estera netta".
Il grafico, qui a lato, documenta la divaricazione dell'andamento del fatturato industriale sempre più vocato al commercio estero e in profondo declino sul settore interno.
Cosa significa tutto questo ? Semplice: certifica, semmai ce ne fosse ancora bisogno, che la crisi che stiamo attraversando è una crisi da domanda interna. Il mercato nazionale non è dunque in grado di riprendersi fintanto che non si assume consapevolezza della natura di questa crisi.
I consumi sono al palo e la contrazione delle importazioni (-1,6%), che risente della carenza della domanda interna, è attribuibile "al calo degli acquisti dai mercati esterni all'Unione" .
Il mercato del lavoro non mostra neppure segnali d'inversione di tendenza rispetto a quanto osservato nei mesi scorsi: lo vedete nel grafico qui accanto dove i posti vacanti nei settori dell'industria e dei servizi sono rimasti stagnanti allo 0,5% e le previsioni sul prossimo trimestre restano altalenanti fra il comparto delle costruzioni (in peggioramento) e quelle della manifattura (in ripresa).
Da dove nasce l'incantesimo di questa ripresa che non c'è, non esiste da almeno 15 anni se non nelle allucinazioni degli aruspici da strapazzo ?
Ma è evidente: il modestissimo risultato deriva dall'azione combinata
1. del deprezzamento dell'euro sul dollaro, che sta spingendo la crescita del nostro export;
2. dal forte ribasso delle quotazioni internazionali del petrolio. Alla riduzione dei prezzi energetici (-8,5% la variazione tendenziale in febbraio) hanno contribuito sia il calo dei listini per la componente non regolamentata, sia la diminuzione d'inizio anno delle tariffe dell’elettricità e del gas, che incorporano in parte e con ritardo gli andamenti dei prezzi internazionali. Questi cali si sono riflessi sulla riduzione dei costi di produzione e, conseguentemente, sull'intero sistema dei prezzi, contribuendo a contenere l'inflazione (pardon deflazione oggi gennaio 2015 a -0,6%).
3. Il terzo fattore che droga l'effetto crescita è il "Quantitative Easing" della BCE, uno strumento di politica monetaria che nelle intenzioni teoriche del suo propugnatore agisce sulla catena di trasmissione dei tassi d'interesse praticati dalle banche alla clientela e sui tassi del debito pubblico, liberando così "nuove" risorse per nuovi investimenti, ma che sconta nella realtà le pesanti politiche di austerità fiscale nella fase di recessione in corso.
Date un'occhiata a questo grafico qui a lato che riassume la crescita del PIL reale (al netto d'inflazione) fra i 7 paesi maggiormente industrializzati.. La colonna grigia raffigura il periodo di recessione che ha coinvolto tutti i Paesi. L'Italia (rappresentato dalla linea verde
) è il Paese che soffre maggiormente, segnando, dal terzo quadrimestre del 2011 un grave ed inesorabile declino.
Va da sè che in presenza di uno shock esterno che frenasse la congiuntura economica favorevole degli altri paesi a cui oggi l'Italia àncora il trend delle sue esportazioni, l'Italia, per effetto dell sua fragilità, sarà il paese che maggiormente risentirà il contraccolpo della recessione.
Ci si trova dunque nel paradosso di un sistema che con la pretesa di ripartire, agisce sul pedale dell'acceleratore, ma, al contempo, interviene sul freno a mano, e cosa, ancor più grave, confonde il sussulto del veicolo come ripresa del movimento dallo stato inerziale.
E' il motore della macchina che va cambiato e quel motore si chiama Euro.
No signori, non ci siamo per niente, si scambiano lucciole per lanterne e cominicio ad averne le tasche piene di menzogne e illusioni raccontate per evitare la rivolta sociale.
Lo stesso Istituto conclude che "Tale risultato è la sintesi del contributo ancora negativo della domanda interna (al loro delle scorte) e dell'apporto favorevole della domanda estera netta".
Il grafico, qui a lato, documenta la divaricazione dell'andamento del fatturato industriale sempre più vocato al commercio estero e in profondo declino sul settore interno.
Cosa significa tutto questo ? Semplice: certifica, semmai ce ne fosse ancora bisogno, che la crisi che stiamo attraversando è una crisi da domanda interna. Il mercato nazionale non è dunque in grado di riprendersi fintanto che non si assume consapevolezza della natura di questa crisi.
I consumi sono al palo e la contrazione delle importazioni (-1,6%), che risente della carenza della domanda interna, è attribuibile "al calo degli acquisti dai mercati esterni all'Unione" .
Il mercato del lavoro non mostra neppure segnali d'inversione di tendenza rispetto a quanto osservato nei mesi scorsi: lo vedete nel grafico qui accanto dove i posti vacanti nei settori dell'industria e dei servizi sono rimasti stagnanti allo 0,5% e le previsioni sul prossimo trimestre restano altalenanti fra il comparto delle costruzioni (in peggioramento) e quelle della manifattura (in ripresa).
Da dove nasce l'incantesimo di questa ripresa che non c'è, non esiste da almeno 15 anni se non nelle allucinazioni degli aruspici da strapazzo ?
Ma è evidente: il modestissimo risultato deriva dall'azione combinata
1. del deprezzamento dell'euro sul dollaro, che sta spingendo la crescita del nostro export;
2. dal forte ribasso delle quotazioni internazionali del petrolio. Alla riduzione dei prezzi energetici (-8,5% la variazione tendenziale in febbraio) hanno contribuito sia il calo dei listini per la componente non regolamentata, sia la diminuzione d'inizio anno delle tariffe dell’elettricità e del gas, che incorporano in parte e con ritardo gli andamenti dei prezzi internazionali. Questi cali si sono riflessi sulla riduzione dei costi di produzione e, conseguentemente, sull'intero sistema dei prezzi, contribuendo a contenere l'inflazione (pardon deflazione oggi gennaio 2015 a -0,6%).
3. Il terzo fattore che droga l'effetto crescita è il "Quantitative Easing" della BCE, uno strumento di politica monetaria che nelle intenzioni teoriche del suo propugnatore agisce sulla catena di trasmissione dei tassi d'interesse praticati dalle banche alla clientela e sui tassi del debito pubblico, liberando così "nuove" risorse per nuovi investimenti, ma che sconta nella realtà le pesanti politiche di austerità fiscale nella fase di recessione in corso.
Date un'occhiata a questo grafico qui a lato che riassume la crescita del PIL reale (al netto d'inflazione) fra i 7 paesi maggiormente industrializzati.. La colonna grigia raffigura il periodo di recessione che ha coinvolto tutti i Paesi. L'Italia (rappresentato dalla linea verde
) è il Paese che soffre maggiormente, segnando, dal terzo quadrimestre del 2011 un grave ed inesorabile declino.
Va da sè che in presenza di uno shock esterno che frenasse la congiuntura economica favorevole degli altri paesi a cui oggi l'Italia àncora il trend delle sue esportazioni, l'Italia, per effetto dell sua fragilità, sarà il paese che maggiormente risentirà il contraccolpo della recessione.
Ci si trova dunque nel paradosso di un sistema che con la pretesa di ripartire, agisce sul pedale dell'acceleratore, ma, al contempo, interviene sul freno a mano, e cosa, ancor più grave, confonde il sussulto del veicolo come ripresa del movimento dallo stato inerziale.
E' il motore della macchina che va cambiato e quel motore si chiama Euro.
No signori, non ci siamo per niente, si scambiano lucciole per lanterne e cominicio ad averne le tasche piene di menzogne e illusioni raccontate per evitare la rivolta sociale.
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