Il post su FB di Alberto Forchielli offre spunti molto interessanti sulla questione rifugiati che esamina con grande lucidità nei punti che qui sintetizzo:
1. L'Italia (fonte UNHCR Asylum trends in industrialized countries 2013) è il Paese, fra quelli coi quali piace confrontarci, che fa meno a favore dei rifugiati: è il 7° paese per numero di ospitalità fra quelli industrializzati, dopo essere stato 11° nel 2012, il 4° nel 2011 e 14° nel 2010. Nel periodo 2009/2013 considerando il PIL pro-capitale, l'Italia ha ospitato complessivamente 3,6 rifiugiati per ogni dollaro di PIL pro-capite contro i 7,5 della Germania, i 7,3 della Francia, i 7 della Turchia, i 6,4 degli USA, i 6,4 degli USa, i 4,5 della Svezia e i 3,7 dell'UK.
2. L'Italia è il paese che per conformazione geografica è maggiormente esposto agli "spettacolari" sbarchi di rifugiati ed ha deciso, con l'operazione Mare Nostrum, di presidiare le proprie coste impedendo ove possibile gli esiti più tragici.
3. Il presidio dei propri confini è la più gelosa delle prerogative restate agli stati nazionali che non hanno neppure mai chiesto l'aiuto per il presidio dei propri confini.
4. Allora - domanda Forchielli - "perchè ripetiamo il mantra che l'Europa ci ha abbandonato ? Non siamo forse noi, sulla base dei dati dell'UNHCR, che abbiamo abbandonato l'Europa o, facciamo assai meno di quanto fanno i nostri pari Europei ?"
Non siamo noi ad aver abbandonato, nè ad essere stati abbandonati dall'Europa. La verità è che l'Unione Europea non ha MAI avuto una "cabina di regia" in grado di articolare una politica sulle immigrazioni, così come sul lavoro o sulle redistribuzioni fiscali fra paesi "ricchi" e quelli "poveri".
Stanno dunque venendo al pettine anche sul versante della questione rifugiati tutte quelle carenze strutturali che a livello economico abbiamo già sperimentato.
L'Unione Europea non si è mai voluta dotare di un Parlamento con poteri legislativi analoghi a quelli degli Stati nazionali e la Commissione Europea non incarna quel ruolo di Governo federale.
Vengono così chiaramente alla luce le storture abominevoli di una Europa sghemba, frutto di una forzatura prematura e innaturale fra paesi europei la cui diversità storica, geomorfologica, culturale e linguistica è sempre stata d'ostacolo insuperabile alla realizzazione della piena cooperazione, solidarietà ed unione europea.
La matrice multiculturale radicata nell'Europa ha dato luogo in questi secoli a diverse realtà nazionali che non hanno mai trovato quello spirito di sintesi ed unione che invece rinveniamo in altre esperienze continentali come gli USA, ad esempio, nati da un gruppo di colonie britanniche ma che hanno attraversato oltre un secolo di storia ed una feroce guerra civile prima di diventare oggi quello che sono.
Mettiamoci dunque l'anima in pace: non ci sarà una politica comunitaria sui rifugiati, cosè come non ci saranno politiche comunitarie sul lavoro o politiche redistributive perchè difetta all'Europa quella condivisione di caratteristiche etno-culturali propri di una comunità-popolo, ove gli individui possono autoidentificarsi: troppe ancora le barriere (anche linguistiche) per poter dar vita ad un'unica e vera comunità.
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