Sia chiaro: non so voi che lavoro facciate nella vita, nè so quali siano le vostre abitudini di spesa.
Personalmente (e credo di essere fra i tanti italiani che vivono in Italia) sono fra quelli che quando fa la spesa non si reca a Dusseldorf, nè a Baden-Württemberg per farsi i calli o a Parigi per un taglio di capelli !!
Dunque: che vantaggio avrei ad avere una moneta uguale a quella di altri Stati e che spendo per la maggior parte della mia vita nel paese in cui vivo, abito e lavoro senza che essa rispecchi il reale potere d'acquisto del sistema economico in cui abito ?
L'impatto macroeconomico del risparmio sui costi di transazione derivanti dall'abolizione dei costi di cambio è assolutamente ridicolo.
Lo documentano gli
studi commissionati dalla Commissione europea (per dovere d'informazione li allego qui
http://ec.europa.eu/economy_finance/publications/publication7454_en.pdf)
che quantificano il beneficio in appena lo 0,4% del PIL europeo e che
Eichengreen
(http://www.jstor.org/discover/10.2307/2728243?uid=3738296&uid=2&uid=4&sid=21104630423151)
ha definito “inadeguato per un progetto così incerto e rischioso”.
Inutile osservare la
manifesta conflittualità d'interesse fra lo studio Emerson (che
ovviamente gli organi d'informazione si sono ben guardati dal
diffondere !) e la Commissione europea che aveva ed ha opposti
interessi a “propagandare” i pretesi benefici di una moneta unica
fra stati economicamente diversi.
L'abolizione dei
costi di cambio non è dunque nelle mani di cittadini globe-trotters,
né dei turisti (che non devono affrontare macchinosi o complessi rapporti di conversione di decimali fra le diverse valute con calcolatrici alla mano), ma nei riguardi di
chi muove ingenti capitali, che ha ben altri strumenti di protezione dal rischio che non quelli propagandati.
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