Lo confesso: inorridisco all'articolo-risposta con cui Sergio Romano liquida un suo lettore sul tema dell'Euro-exit. .
Preliminarmente non è affatto chiaro l'assunto per cui i sedicenti nostalgici della svalutazione vorrebbero uno Stato che continuasse a spendere in modo dissennato. Chi l'ha mai detto o scritto Romano ?
Secondariamente, sarebbe bene ricordare che la classe politica corrotta e clientelare della 1^ Repubblica rubava sui profitti degli investimenti pubblici, sulle grandezze industriali che creavano ricchezza e competitività.
Quella di oggi, invece, ruba sulle perdite. Diventa così motivo di "virtuosità" per i manager pubblici e privati il taglio di posti di lavoro.
Sergio Romano non ricorda, o evidentemente finge di non ricordare, che - tolta la sovranità monetaria all'Italia (col divorzio Ministero Tesoro-Banca d'Italia), e sottratta la leva valutaria che permetteva svalutazioni e rivalutazioni attraverso gli accordi fissi (SME prima ed Euro poi), restavano solo 2 strumenti per riconquistare la competitività:
a) innalzamento dei tassi d'interesse che, attraendo capitali esteri, sottraevano le risorse agli investimenti e - contemporaneamente - consentivano al paese forte, che non era più obbligato a rivalutare, di abbassare i suoi tassi d'interesse e fare politiche d'investimento in tecnologia innovativa che lo rendevano ancora + forte e competitivo.
b) La riduzione dei salari che tuttavia condannano al suicidio il paese perchè riducono la domanda interna e conseguentemente le risorse per gli investimenti, che restituirebbero la competitività sul piano internazionale.
4. Quanto ai debiti denominati in valuta estera, Sergio Romano evidentemente dimentica che imprese e banche italiane hanno anche CREDITI.
E' bene ricordare che il SETTORE PRIVATO NON BANCARIO ITALIANO è CREDITORE NETTO all'estero per 550 mld., mentre il settore bancario è debitore netto di circa 235 mld..
Certo, le svalutazioni impatterebbero negativamente sugli aggregati crediti e debiti, ma la ritrovata sovranità monetaria obbligherà lo Stato ad INTERVENIRE ALLESTENDO
1) LINEE DI CREDITO AGEVOLATO per le imprese che hanno esposizioni debitorie verso l'estero;
2) POLITICHE FISCALI a loro FAVOREVOLI,
3) LA RICAPITALIZZAZIONE DEL SETTORE BANCARIO e - laddove necessario - LA NAZIONALIZZAZIONE DI QUELLE BANCHE CON MAGGIORE ESPOSIZIONE.
Quello a cui assistiamo oggi è invece la totale svendita a buon mercato di tutto il nostro settore produttivo e bancario ai grandi potentati del Nord Europa e lobbysti a cui non potremo opporci restando nella trappola dell'Euro.
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