E' bene ricordare che la BCE racchiude nel suo mandato anche un altro dovere, troppo spesso colpevolmente sottaciuto: "contribuire a realizzare gli obiettivi dell'Unione" prescritti dal Trattato sull'Unione Europea che, guardacaso, sancisce la "piena occupazione" (art. 3 par. 3 TUE).
Abbiamo già visto che stabilità dei prezzi (quindi controllo dell'inflazione) e piena occupazione siano condizionalità antitetiche: nel momento in cui ci si prefigge un programma di pieno impego, occorre accettare l'idea dell'innalzamento dell'inflazione.
La domanda che allora sorge spontanea è: come mai non si contemperino le due soluzioni ? In altri termini, perchè Mario Draghi non coniuga gli obiettivi di salvaguardia e controllo dei prezzi, nei limiti istituzionalmente sanciti dal Trattato di Maastricht, con l' ulteriore "realizzazione degli obiettivi comunitari" che la stragrande maggioranza degli economisti sembra essersi dimenticata.
L'interpretazione letterale della norma che intende far salva la finalità principale della stabilità dei prezzi non ha alcun pregio. Il legislatore europeo non dispone infatti l'assoluto sacrificio di una finalità (l'occupazione) per perseguire l'esclusiva realizzazione dell'altro obiettivo, ossia l'incondizionata realizzazione del controllo dei prezzi.
E' evidente che i due obiettivi debbano essere contemperati e che quindi politiche di sostegno all'occupazione debbano essere coordinate nei limiti del 2% di inflazione.
La realtà dei fatti dimostra chiaramente che questo non avviene: la BCE tradisce la sua mission, sbilanciandola nettamente a favore dell'esclusivo controllo dei prezzi e con l'adozione di misure che nulla hanno a che fare per sostenere la piena occupazione.
La priorità alla lotta all'inflazione, che l'art.127 TFUE offre, non inficia dunque il perseguimento contemporaneo dell'ulteriore scopo sancito dalla norma (la realizzazione degli obiettivi dell'Unione) che non costituisce affatto obiettivo marginale o accessorio, essendo - anzi - un principio cardine che permea l'intero assetto normativo europeo ripetutamente richiamato in varie sezioni.
Quindi la prevalenza di un fine (il controllo dei prezzi) non comporta affatto l'eliminazione o sacrificio dell'altro. La BCE sta operando in base al principio "tamquam non esset", come se il suo agire fosse unicamente ispirato all'esigenza di controllo dell'inflazione. Non lo è affatto.
La priorità alla lotta all'inflazione, che l'art.127 TFUE offre, non inficia dunque il perseguimento contemporaneo dell'ulteriore scopo sancito dalla norma (la realizzazione degli obiettivi dell'Unione) che non costituisce affatto obiettivo marginale o accessorio, essendo - anzi - un principio cardine che permea l'intero assetto normativo europeo ripetutamente richiamato in varie sezioni.
Quindi la prevalenza di un fine (il controllo dei prezzi) non comporta affatto l'eliminazione o sacrificio dell'altro. La BCE sta operando in base al principio "tamquam non esset", come se il suo agire fosse unicamente ispirato all'esigenza di controllo dell'inflazione. Non lo è affatto.
Di qui la conseguenza: è una "missione tradita", quella di Draghi, posto a capo di una istituzione che, di fatto, non si raccorda con le finalità sancite dai Trattati.
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